Nel periodo estivo gli ambienti di lavoro, SE NON CLIMATIZZATI O DEUMIDIFICATI TRAMITE RAFFRESCATORI, diventano luoghi in cui la combinazione di temperatura elevata ed umidità dell’aria può creare condizioni non sopportabili per l’organismo umano (MICROCLIMA AZIENDALE DI TIPO SEVERO CALDO). Quando queste condizioni si presentano, si possono verificare episodi di malore ai danni dei lavoratori. I casi di questo tipo DEVONO ESSERE TRATTATI COME INFORTUNI SUL LAVORO e non come malessere indipendente dall’attività lavorativa, ovvero malattia comune.

A QUESTO SCOPO È QUINDI IMPORTANTE CHE IL LAVORATORE COLTO DAL MALORE

sia condotto al più vicino pronto soccorso;

segnali come possibili cause del malore le condizioni di lavoro in ambienti il cui microclima aziendale è di tipo severo caldo in modo da orientare il personale sanitario ad effettuare accertamenti che possano evidenziare un eventuale surriscaldamento corporeo causato dallo stato di iniziale disidratazione (colpo di calore);

all’atto delle dimissioni dal pronto soccorso è bene ricordare al personale sanitario che dovrà essere emesso un certificato di infortunio. In questo modo il lavoratore verrà posto in infortunio (INAIL) e non in malattia comune.


Pertanto, qualora succedessero episodi di questa natura, RICORDATE CHE AL PRONTO SOCCORSO SI DEVE CHIEDERE L’APERTURA DI UN CERTIFICATO DI INFORTUNIO E NON DI MALATTIA COMUNE

IN TUTTI I CASI DI INFORTUNIO È SEMPRE BENE RECARSI AL PATRONATO INCA‐CGIL PER FARSI AIUTARE NEL RICONOSCIMENTO DELL’EVENTO